21 marzo 2017 Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down Stampa

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Il 21 marzo si celebra il World Down Syndrome Day per dare voce alle persone con sindrome di Down, favorire la loro piena inclusione sociale e promuovere un cambiamento di approccio culturale nei confronti del mondo della disabilità. CoorDown presenta alle Nazioni Unite la sua ultima campagna di comunicazione internazionale realizzata per la prima volta con la collaborazione dell’agenzia Publicis New York. Ricevere un’istruzione adeguata, trovare un lavoro, andare a vivere da soli. Ma anche uscire con gli amici, praticare sport, avere una relazione sentimentale, esercitare pienamente i propri diritti di cittadino. Aspetti importanti della vita di ciascuno di noi e bisogni che a nessuno verrebbe in mente di definire speciali. Eppure è proprio questo il modo in cui spesso vengono etichettati i bisogni quando si riferiscono alle persone con sindrome di Down.

 L’espressione “bisogni speciali” è un eufemismo molto diffuso per parlare delle persone con disabilità e delle loro necessità. Ma a guardare bene, le persone con sindrome di Down hanno le stesse esigenze di chiunque altro: studiare, lavorare, avere delle opportunità, far sentire la propria voce ed essere ascoltati. Certo, possono aver bisogno di un sostegno - che qualche volta significa assistenza vera e propria - ma questo non cambia la natura di quelle esigenze, cioè non rende “speciali” dei bisogni semplicemente umani. Una persona, per esempio, che necessita di aiuto nel parlare, nello scrivere o nell’essere capita ha la stessa esigenza di tutti noi, cioè quella di comunicare. La sola cosa differente è il grado di assistenza o il modo per soddisfare quel bisogno, non il bisogno stesso. La dodicesima edizione della Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, in programma martedì 21 marzo 2017, è dedicata proprio al tema della piena inclusione e della partecipazione diretta e consapevole delle persone con sindrome di Down alla vita sociale e politica della propria comunità. CoorDown Onlus - Coordinamento Nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down celebra il World Down Syndrome Day attraverso una campagna di sensibilizzazione internazionale realizzata quest’anno, per la prima volta, con la collaborazione dell’agenzia di pubblicità Publicis New York. Il breve film “Not Special Needs” – disponibile sul canale YouTube di CoorDown (https://youtu.be/kNMJaXuFuWQ) - è diretto da Wayne McClammy e vede la partecipazione di Lauren Potter, l’attrice ventisettenne con sindrome di Down che ha interpretato, fra gli altri, il ruolo di Becky Jackson in “Glee”, la fortunata serie musicale trasmessa per sei stagioni da Fox e della star newyorkese John McGinley, noto soprattutto per il ruolo del dottor Perry Cox nella serie televisiva “Scrubs - Medici ai primi ferri”. La piattaforma www.notspecialneeds.com raccoglie articoli, approfondimenti sul tema e testimonianze dirette di ragazzi con sindrome di Down. “Not Special Needs” è stata realizzata insieme a DSi – Down Syndrome International e con il contributo di Down Syndrome Australia, Down’s Syndrome Association (UK) e Fondation Lejeune (Francia). Gli hashtag ufficiali della campagna sono: #NotSpecialNeeds e #WDSD17. Il film verrà presentato alla Conferenza del World Down Syndrome Day dal titolo “MyVoiceMyCommunity – Enabling people with Down syndrome to speak up, be heard and influence government policy and action, to be fully included in the community" che si tiene proprio il 21 marzo a New York, nel quartier generale delle Nazioni Unite. CoorDown sarà presente con Irene Galli, una ragazza con sindrome di Down di diciotto anni che terrà un breve intervento per introdurre lo spot e parlare in prima persona dei suoi bisogni, delle sue aspettative, dei suoi sogni di giovane donna. Nel film alcuni ragazzi con sindrome di Down affrontano con ironia il tema della campagna e si confrontano con situazioni paradossali per mostrare la differenza tra bisogni veramente “speciali” e bisogni che riguardano ognuno di noi. La campagna “Not Special Needs” ha obiettivi molto ambiziosi. Quello principale, ancora una volta, è fare cultura della diversità: CoorDown vuole stimolare una profonda riflessione sull’espressione “bisogni speciali”, metterne in luce i controsensi e le implicazioni negative quando è utilizzata per descrivere le persone con sindrome di Down e le loro esigenze. Non è semplicemente una battaglia linguistica o puramente formale, ma il punto di partenza di un vero e proprio cambiamento di mentalità e di approccio culturale alla disabilità.

 

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